Introduzione al libro di Aldous Huxley
Copertina del libro |
Philosophia Perennis: la definizione fu coniata da Leibniz ma la cosa in sé è universale e al di fuori del tempo. È una metafisica che riconosce una Realtà divina consustanziale al mondo delle cose, delle vite e delle menti; è una psicologia che scopre nell'anima qualcosa di simile alla Realtà divina o addirittura di identico ad essa; è un’etica che assegna all'uomo come fine ultimo la conoscenza del Fondamento immanente e trascendente di tutto ciò che è. Si possono trovare rudimenti di questa Filosofia Perenne nelle dottrine tradizionali dei popoli primitivi in ogni regione del mondo, mentre nelle sue forme compiutamente sviluppate essa trova posto in ognuna delle religioni più elevate. Una versione di questo Massimo Comun Divisore di tutte le teologie che precedettero e seguirono fu affidata per la prima volta alla scrittura più di venticinque secoli fa, e da quell'epoca l’argomento, inesauribile, è stato trattato più volte, dal punto di vista di ogni tradizione religiosa e in tutte le principali lingue d’Asia e d’Europa. Nelle pagine che seguono, ho raccolto un certo numero di brani estratti da queste opere, scelti principalmente per il loro significato — essi illustravano infatti in modo efficace qualche punto particolare del sistema generale della Filosofia Perenne — ma anche per la loro memorabilità e bellezza intrinseche. Queste citazioni sono distribuite in vari capitoli e, per così dire, incastonate in un commento personale, inteso ad illustrare e a collegare, ad ampliare e, ove necessario, chiarire.
La conoscenza è una funzione dell'essere. Dove si dà un cambiamento nell'essere del soggetto conoscente, vi è cambiamento corrispondente nella natura e nella quantità delle conoscenze. Ad esempio, l'essere di un bambino si trasforma in quello di un uomo attraverso lo sviluppo e l'istruzione;